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Ucraina Gallery

4 листопада 2006

Quarantacinque anni e tanti soldi. Ottime amicizie ineccepibilmente distribuite in modo bipartisan: da Bush a Blair, per Clinton e Kofi Annan. Viktor Pinchuk, tycoon di un Paese emergente qual e I'Ucraina, e decisamente un uomo di successo. Che nasce come ingegnere specializzato nelle tubature e che, all'epoca della privatizzazione dei gasdorti, fiuta I'affare e diventa il maggiore finanziere del settore. Ma la sua ambizione non si ferma qui. Due volte in Parlamento, nel '98 e nel 2002, si espande anche nei media: e proprietario di un network nazionale, I'lctv, e controlla uno dei maggiori quotidiani ucraini, il Fakty. Tutto questo gran daffare non gli impedisce di nutrire anche nobili interessi: arte, che colleziona con passione, letteratura e musica. Con la moglie Elena Franchuk, figlia del primo presidente dell'Ucraina indipendente Leonid Franchuk, ha messo in piedi una fondazione per la ricerca sull'Aids, Tunica esistente in Ucraina, e riconosciuta dall'analoga fondazione di Bill Clinton nel cui board Pinchuk ha una poltrona. Un altro scranno gli e nservato al World Economic Forum, mentre a casa propria si ingegna a far entrare I'Ucraina nell'Unione Europea. Di tutta questa fortuna messa in piedi in meno di vent'anni, Viktor Pinchuk non ne fa mistero. Anzi la esibisce con piacere. In perfetto stile da nuovo ricco, a meta tra il kitsch e il buongusto che alcuni buoni consiglieri, tutti champagne e erre moscia, cercano di instillargli, a partire da Nicolas Bourriaud, ex condirettore del parigino Palais de Tokyo e ora suo stretto coliaboratore. Ma lui rimane un tipo sanguigno. Uno che non sfigurerebbe in una balera romagnola a ballare il liscio, sebbene per ora lo si incontri piufacilmente a Kiev, citta che conserva la maestosita di ex capitale di un antico regno, verdissima e struggente, soprattutto pensando per quanto tempo tutto quel verde sara irrimediabilmente inquinato: Chernobyl dista appena 120 chilometri. Ma a Kiev si consolano con una incredibile concentrazione di Suv con vetri oscurati, bei negozi, concessionarie di Bentley come quella che sorge accanto al primo Museo d'arte contemporanea della citta disegnato daH'architetto (francese anche lui) Philippe Chambaretta. Come si chiama? Art Pinchuk Center, naturalmente. Fondato dal Viktor nazionale e appena inaugurate Con una collezione di tutto rispetto che, accanto alle star Philippe Parreno, Olafur Eliasson, Sarah Morris, Carsten Holler e Thomas Ruff, schiera opere di artisti locali, alcuni ormai famosi come Boris Mykhailov e Oleg Kulik. altri meno noti ma promettenti come Vasyl Tsagolov. E che con lungimiranza guarda anche a Oriente, dalI'lndia di Subodh Gupta al Giappone del magico Hatsushiba. Lo abbiamo incontrato nel suo museo e una volta tanto Mr. Pinchuk si e fatto intervistare, dando lezioni su come usare l'arte negli affari. Andiamo subito al sodo, perche ha deciso di investire nell'arte contemporanea? Conosce qualcosa di meglio, di piu efficace? E I'arte che arriva dritta agli occhi, il linguaggio piu universale che ci sia in questo momento. Tutti i grandi tycoon hanno un proprio museo. Avrei potuto investire nel calcio, come fanno molti, ma e un linguaggio popolare che non mi interessa. L'arte parla alle elite, e qui e'e bisogno proprio di creare un'elite. Non dimentichiamoci che la Turchia, per candidarsi a entrare nell'Unione Europea, tra le varie cose che ha fatto, ha aperto un museo di arte contemporanea, che ora sara diretto da un critico inglese, David Elliott, che negli ultimi tre anni e stato a Tokyo, al vertice del Mori Art Museum, aperto dal signor Mori, uno dei piu grandi imprenditori giapponesi. E cosiche si fanno le cose. E poi, per quanta mi riguarda, il successo che ho avuto I'anno scorso a Venezia durante la Biennale arti visive, quando ho esposto parte della mia collezione in un palazzo su Canal Grande, mi ha convinto ad andareavanti». A proposito di Venezia e di Canal Grande, che ne pensa del nuovo Palazzo Grassi di Francois Pinault?
«Ha dei pezzi eccellenti, e stato bravo e ha fatto bene ad affidare il restauro del palazzo a Tadao Ando. Ma anche Pinault ha avuto dei problemi nel suo Paese. E infatti ha scelto Venezia mentre noi, nonostante tutto, abbiamo scelto di fare il museo qui. Forse io sono piu ambiziosodi lui».
Neanche lei, nel suo Paese, sembra avere un forte sostegno statale. Come mai?
«Guardi, quando ho cominciato a collezionare arte contemporanea con I'intenzione di aprire un museo, ne ho parlato con un ministro del governo Kuchma. Sembravano interessati, ma poi e'e stata la rivoluzione arancione e tutto e rientrato. A questo punto vado avanti da solo. Non e che voglio essere piu veloce dello Stato, ma voglio fare quello che mi interessa».
E che cose che le interessa di piu?
«La modernizzazione del mio Paese. Voglio aprire I'Ucraina all'Occidente, renderla interessante per I'interlocutore europeo, facendo vedere che anche noi siamo capaci di fare musei importanti. Voglio portare qui il board del Guggenheim e tutti i grandi collezionisti intemazionali. Sono assolutamente convinto che dare un museo d'arte contemporanea al mio Paese sia un gesto necessario. Per fare il Pinchuk Art Center abbiamo acquistato un palazzo storico nel centra di Kiev, nell'area piu in vista e piu esclusiva della citta. L'abbiamo restaurato e per ora non e stato un investimento molto conveniente dal punto di vista economico. Avevo in mente un altro edificio, dove avrei potuto allestire quasi interamente la mia collezione: il vecchio Arsenate, un luogo interessantissimo, perfetto per l'arte contemporanea. Ma il governo ha preferito farci un museo storico. Non e facile per un imprenditore muoversi in Ucraina, ci sono moltissimi ostacoli che voi europei non potete neanche immaginare».
Un uomo d'affari che pero investe anche in arte e promuove attivita filantropiche... che relazione e'e tra il suo business e il museo? Non le sembra di esagerare un po' chiamandolo Pinchuk Art Center?
Niente affatto, semmai aumenta le mie responsabilita. II nome indica soltanto che il museo fa parte del mio brand. E come se la Nokia promuovesse un centra per l'arte contemporanea e non lo chiamasse Nokia. II mercato e importante, nella mia collezione ci sono alcune opere che valgono gia cinque volte di piii di quando le ho acquistate e sono molto contento di questo. Ma a me interessa di piii il contributo estetico che artisti possono dare, non guello commerciale. E il pubblico questo lo capisce*.
E sincere?
«Ho promesso di esserlo. E poi parlano i fatti. La prossima mostra che si inaugura a dicembre sara dedicata esdusivamente a giovani artisti ucraini. Ne ho parlato con i miei consulenti e loro mi hanno scongiurato di non farlo. Ma io la faro lo stesso, perche voglio far conoscere la societa ucraina». Ma le piace questa arte? «Molto, i miei genitori erano modesti collezionisti di copie e stampe del Novecento russo. lo da loro ho eredidato il gusto per questo periodo e all'inizio degli anni Novanta, quando ho cominciato a investire nella cultura, ho comprato opere russe. La mia collezione personale si compone soprattutto di artisti russi e ucraini a cavallo tra Ottocento e Novecento. Amo molto la Goncharova, Larianov, ma i loro quadri sono a casa mia e non e'entrano con I'Art Pinchuk Center, ne sono in conflitto con il progetto. Semplicemente sono due cose diverse*.
In che senso?
«Ho capito che per uscire alio scoperto dovevo acquistare arte contemporanea straniera. E che dovevo affidarmi a dei curatori internazionali. Dividere le mie inclinazioni, insomma, dal progetto di un museo pubbico».
E la filantropia, che cose per lei?
«E piu interessante che fare i soldi. Risparmiare il denaro per il futuro della gente e piu eccitante che spenderlo tutto perseoggi».
Parla molto di futuro, ma questo e un Paese dove le regole cambiano continuamente, a ogni cambio di governo. Come riesce a fare progetti in una realta come questa?
«Sono piu di 15 anni che faccio I'imprenditore: ho capito che, al di la dei cambi di bandiera, se voglio vivere in una societa moderna, devo occuparmi anche di futuro. L'istruzione dei giovani per esempio. Investo molti soldi in questo campo. L'arte contemporanea alia fine e un segmento del progetto, finalizzato a radicare la democrazia nel Paese».
Oltre a Putin, a Bush e a Clinton, concsce bene anche Berlusconi. E come lui e stato due volte in Parlamento. Che idea si e fatto del nostro ex primo ministro?
«Che e una persona molto gentile. Molto appassionata delle cose cui tiene. II suo giardino, per esempio, lo cura in un modo incredibile...».
Ma non le ho chiesto di parlarmi del giardiniere, ma dell'imprenditore e dei politico...
«Be', e molto importante separare la politica dal business, e la societa matura a richiederlo. Per questo due anni fa ho scelto di non ricandidarmi in Parlamento. Ma penso che se non e'e una forte tradizione democratica non e il caso di mischiare le due sfere di interessi. Se come politico devo alzare i salari, come imprenditore cerco di alzare i profitti, e le due cose non vanno insieme».
Progetti futuri?
«Stiamo per presentare un filmdocumentario che ho prodotto insieme a Steven Spielberg sulle vittime ucraine dell'Olocausto, di cui lui e anche il regista. E poi da un po' di tempo sogno una Biennale di Kiev, sarei pronto a investire dei soldi, ma solo per fame un evento molto spettacolare».
Un'altra Biennale? Ma ce ne sono fin troppe, a partire da quella piu vicina, a Mosca...
Quanta ci scommette che anche qui presto ci sara un mercato? Qui tutto va molto velocemente».

Автор: Adriana Polveroni
Джерело: "La Repubblica/D"